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Il Divario di Potenza dell’IA si Amplia Mentre Cresce la Spaccatura Globale nei Data Center
Un nuovo rapporto rivela un crescente divario globale nell’infrastruttura di intelligenza artificiale.
Di fretta? Ecco i fatti essenziali:
- Solo 32 paesi possiedono centri di dati avanzati sull’IA, prevalentemente nell’emisfero settentrionale.
- Gli Stati Uniti, la Cina e l’UE controllano più della metà della potenza di calcolo globale dell’IA.
- L’Africa e il Sud America hanno quasi nessuna infrastruttura avanzata di IA.
Una nuova ricerca mostra che 32 paesi, principalmente nell’emisfero settentrionale, possiedono i centri dati necessari per sviluppare sistemi di intelligenza artificiale avanzati, mentre il resto del mondo rimane senza tale infrastruttura.
Gli Stati Uniti, insieme alla Cina e all’Unione Europea, controllano più della metà delle strutture specializzate in IA del mondo, come hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Oxford.
The New York Times riporta come il CEO di OpenAI, Sam Altman, abbia recentemente visitato un cantiere di costruzione di un data center da 60 miliardi di dollari in Texas, che opera dalla sua propria centrale a gas naturale, e si estende oltre le dimensioni del Central Park di New York.
In contrasto, il principale centro di Intelligenza Artificiale dell’Argentina opera da uno spazio ridotto di un’aula universitaria. Il professore di informatica dell’Università Nazionale di Cordoba ha espresso il suo disappunto quando ha detto: “Stiamo perdendo”, come riportato da The Times.
“A volte ho voglia di piangere, ma non mi arrendo. Continuo a parlare con le persone e a dire: ‘Ho bisogno di più GPU,’” ha aggiunto il professore.
Il Times sottolinea come questa distribuzione diseguale della potenza di calcolo influenzi tutti gli aspetti della ricerca scientifica e delle opportunità di lavoro. L’assenza di potenza di calcolo in certe nazioni porta alla fuga di talenti, impedisce lo sviluppo di startup, rendendo allo stesso tempo difficile raggiungere progressi nell’IA.
Il Times cita l’esempio della startup di IA Qhala in Kenya, dove manca l’infrastruttura locale, i lavoratori della startup di IA Qhala devono sincronizzare le operazioni con le ore di basso traffico nelle zone orarie degli Stati Uniti per accedere alla potenza di calcolo noleggiata all’estero.
Brad Smith, presidente di Microsoft, ha avvertito: “L’era dell’Intelligenza Artificiale corre il rischio di lasciare l’Africa ancora più indietro”, come riportato dal The Times.
L’accesso a potenti microchip, prodotti principalmente dall’azienda statunitense Nvidia, è emerso come un fattore critico nelle relazioni commerciali internazionali e nelle dinamiche di potere geopolitico. Gli Stati Uniti hanno negato offerte fondamentali di chip al loro alleato keniota, così come ad altre nazioni, come riportato dal The Times.
I Paesi stanno ora facendo a gara per costruire la propria infrastruttura di intelligenza artificiale. Il Brasile ha promesso 4 miliardi di dollari. L’India e l’UE hanno avviato importanti investimenti. In Africa, Cassava Technologies sta aprendo un nuovo centro, sostenuto da Nvidia e Google, come riportato dal The Times.