
Image by Syed F Hashemi, from Unsplash
Il Microchip del tuo Gatto Potrebbe Diffondere Malware, Avvertono i Ricercatori
Il microchip di un gatto potrebbe trasportare malware che infetta i sistemi durante le scansioni, diffondendosi attraverso le reti RFID senza bisogno di una connessione internet, avvertono i ricercatori.
Sei di fretta? Ecco i fatti essenziali:
- Le etichette RFID per animali domestici possono trasportare malware che infetta i sistemi backend.
- Gli attacchi si diffondono offline, necessitando solo di una scansione, senza bisogno di internet.
- Le etichette infette possono diffondersi attraverso le catene di fornitura e le industrie.
Cybernews riporta che i ricercatori dell’Università Vrije di Amsterdam hanno emesso un avvertimento insolito: il microchip nel tuo animale domestico potrebbe un giorno essere utilizzato per distribuire malware.
I tag RFID, comunemente impiantati negli animali domestici o attaccati ai collari, contengono informazioni di base come numeri di identificazione e dettagli per il contatto. I professionisti veterinari utilizzano scanner RFID per recuperare immediatamente i record medici. Gli esperti ora avvertono che la stessa tecnologia potrebbe diventare uno strumento di cyberattacco.
Un tipico tag RFID contiene circa 1 kilobit di dati, una quantità minima. Tuttavia, i ricercatori hanno dimostrato che questo piccolo spazio può contenere un codice maligno che colpisce i punti deboli nei sistemi che leggono il tag.
Secondo Cybernews, l’attacco inizia quando un hacker ottiene l’accesso al backend del sistema RFID, che gestisce le informazioni dei tag. Durante un’operazione di scrittura, iniettano malware su un tag. Questo tag potrebbe essere su un animale domestico, una cassa da spedizione o un dispositivo medico. Quando viene scansionato da un altro lettore RFID, il malware viene attivato e si diffonde.
Poiché i sistemi RFID sono utilizzati nel commercio al dettaglio, negli ospedali, nelle cabine di pedaggio, nei magazzini e persino negli edifici governativi, il rischio si estende ben oltre l’ambulatorio del veterinario.
Cybernews riferisce che il malware non ha bisogno di una connessione internet per diffondersi. Si sposta tra i dispositivi attraverso il contatto diretto, proprio come i virus si diffondono attraverso il tatto fisico. Inoltre, non richiede email, download o alcuna interazione umana per propagarsi.
In uno scenario, un supermercato riceve un pallet con tag infetti. Il sistema di magazzino legge e riscrive il malware sui tag. Man mano che i contenitori si spostano in altri negozi, portano con loro il virus. Un attacco simile potrebbe verificarsi in un ospedale o in un sito governativo sicuro, come sottolineato da Cybernews.
Per dimostrare che è possibile, i ricercatori hanno addirittura costruito un malware funzionante per testare le infezioni RFID. Avvertono che il “phishing RFID” (ingannare le persone inducendole a scansionare tag malevoli), il “wardriving RFID” (caccia a lettori RFID deboli) e le “honeypots RFID” (sistemi esca utilizzati per catturare gli hacker) stanno diventando minacce reali.
“Le persone non avranno mai più il lusso di fidarsi ciecamente dei dati nel loro gatto”, hanno detto i ricercatori, come riportato da Cybernews.